Una tradizione di ricerca mette il linguaggio in relazione alla comunicazione, e ritiene che i meccanismi neurologici responsabili del linguaggio si siano evoluti a partire da meccanismi dedicati ad altre funzioni. Per capire la neurobiologia del linguaggio occorre quindi considerare non solo parole e frasi, ma anche scopi, credenze, intenzioni, emozioni e azioni dei parlanti, e considerare i limiti posti da memoria, attenzione e velocità di elaborazione. Un’altra linea di ricerca si basa sull’esplorazione e la comparazione delle strutture grammaticali con tecniche matematiche, dimostrando che le grammatiche sono sostanzialmente identiche tra loro e sono troppo complesse per essere imparate per imitazione. Inoltre, nessun altro essere vivente utilizza un linguaggio comparabile a quello umano, e se si costruiscono grammatiche artificiali il cervello non le apprende utilizzando la stessa rete neuronale che usa per le lingue naturali; infine, le regole grammaticali non sono motivate da esigenze di comunicazione.
Relatori: Steve Small University of Chicago, USA; Andrea Moro e Stefano Cappa Università Vita Salute San Raffaele, Milano